Per comprendere il significato dell'espressione magnete circolare dobbiamo prima parlare del termine magnete: si tratta di un corpo che ha la caratteristica di generare un campo magnetico. Gli effetti di tale campo magnetico sono lo spostamento di materiali ferromagnetici e la forza di attrazione (o repulsione) tra due magneti.
Con il termine "elettromagnete" si intende invece una bobina di filo conduttore attraverso la quale può passare una corrente elettrica, che la trasforma in un magnete. Quando la corrente si ferma, svanisce anche l'effetto magnetico.
Quando si parla di magnete circolare ci si riferisce solitamente a un elettromagnete (non a un magnete permanente), dalla struttura semplice e robusta, costruito e utilizzato per il sollevamento di materiali ferromagnetici. Il punto di massima attrazione nei magneti circolari è tipicamente il centro, dove si trova il nucleo. La realizzazione circolare rende questo tipo di elettromagnete estremamente solido e duraturo.
Vi sono diversi tipi di magneti circolari, alimentati a 12-24-110-220 Volt in corrente continua. Indipendentemente dalla tensione di alimentazione, questi magneti sono accumunati dalla semplicità d’uso.
Il magnete circolare viene utilizzato di norma laddove non vi siano esigenze di grande precisione: è il caso del sollevamento di rottami. Per applicazioni più sofisticate, in cui i pezzi da sollevare abbiano forma ben definita e costante, oppure vi siano particolari esigenze di movimentazione, normalmente vengono utilizzati magneti diversi da quelli di forma cilindrica, per quanto anche i magneti circolari possano talvolta ben adattarsi all’applicazione.
Un magnete dedicato risulta normalmente più performante, a condizione che vengano rispettati parametri d’uso molto più rigidi. Ciò rende il suo utilizzo più complesso e fa sì che spesso venga preferito il magnete circolare, di uso molto più semplice e versatile.